Martina Napolitano
Martina oscilla costantemente tra campanilismo friulano e internazionalismo post-sovietico. Conosce il russo per caso a quattordici anni, se ne appassiona e non smette più di studiarlo. Ama pressoché tutte le città e i luoghi in cui ha vissuto: Vilnius, Mosca, la California, Pordenone, e anche quelli in cui è solo passata. Per lei sì che «le parole sono importanti!», le pronunce ancor di più, e non lo nasconde mai ai suoi compagni di viaggio, soprattutto quando sbagliano le traslitterazioni dal russo. Precisa, minuta, elegante, è capace di passare ore ed ore rinunciando quasi del tutto ai pasti (ben diverso il discorso con le bevande, soprattutto se prevedono un tasso alcolemico).
A due lauree in Letteratura Russa decide, caparbia, di aggiungere un dottorato in Slavistica, e così va a fare ricerca negli Stati Uniti. Know your enemy, direbbe qualcuno.